La fisica nei videogiochi è lasciata alla discrezione dei team di sviluppo ma alcuni titoli più di altri ci hanno mostrato cosa si può fare.
Tutti i giochi hanno un proprio sistema che gestisce la fisica perché, anche se non sembra, per fisica non si intende solo quella reale del nostro mondo ma ogni tipo di rapporto che deve essere generato e mostrato all’utente in caso di collisioni, movimenti e interazioni di vario tipo.
Alcuni giochi fanno affidamento decisamente sulla mancanza di una fisica reale, ma ci sono altri giochi che invece hanno deciso di riportare all’interno del proprio motore alcune regole che sperimentiamo quotidianamente.
E di questi ultimi giochi abbiamo scelto i tre che stanno cambiando e hanno cambiato la storia dei videogiochi in questo aspetto specifico. La fisica e l’utilizzo della fisica all’interno del gameplay sono infatti una cifra stilistica, esattamente come decidere di fare un titolo in 2D oppure scegliere il 3D.
I videogiochi sono da sempre un modo per evadere ma non tutti evadiamo allo stesso modo. Esattamente come in letteratura esistono generi diversi anche per i videogiochi esistono ispirazioni diverse. Per questo motivo alcuni team di sviluppo si contraddistinguono per il modo in cui gestiscono gli elementi costitutivi dei loro prodotti più di altri. Un esempio lampante è quello che ha fatto Remedy con Control.
Se ti è mai capitato di giocare questa avventura vagamente soprannaturale ti sarai reso conto di come la fisica degli ambienti e quindi le interazioni che la protagonista dai capelli rossi può avere con questi elementi è di certo diversa rispetto ad altri videogiochi.
Dentro Control si può infatti fare a pezzi qualunque cosa e utilizzarla come arma da lancio. Le conseguenze sull’ambiente circostante sono realistiche fino alla polvere. E di certo questo è un videogioco che ha fatto e sta facendo scuola per chi decide di avere una ambientazione realistica con un senso.
Un altro videogioco per gli amanti della fisica è un insospettabile: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom. Rispetto ai capitoli precedenti, in questo gioco Nintendo ha deciso di premere sul pedale del realismo creando una fisica che simula quasi perfettamente quella reale. Vale la pena sottolineare come, dovendo girare su Nintendo Switch, Tears of the Kingdom è stato progettato in modo tale da non avere un affollamento eccessivo di oggetti da controllare da parte del motore per non affaticare la macchina.
Al netto di questo piccolo limite comunque Tears of the Kingdom rimane un esempio meraviglioso nell’utilizzo della fisica all’interno dei videogiochi. Tornando indietro un po’ di qualche anno rispetto a Control e a Tears of the Kingdom, un gioco che ha dimostrato un utilizzo intelligente e spregiudicato della fisica è Bad Company 2.
Nel caso di questo capitolo di Battlefield la fisica ovviamente viene utilizzata per rendere l’ambiente di gioco caotico e realistico quel tanto che basta per coinvolgere. Bad Company 2 ha i suoi limiti, stiamo parlando comunque di un videogioco del 2010, e non ha un ambiente totalmente distruttibile ma quello che si riusciva a fare è comunque impressionante ed ha di certo ispirato i capitoli successivi sia di Battlefield sia dei competitor.
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