Passo falso da parte del Governo Italiano contro la pirateria. Il sistema antipezzotto non funziona come si deve: blocca i siti sbagliati.
Il mondo dell’intrattenimento negli ultimi anni è stato danneggiato dalla pirateria. Seppur è sempre esistita dalla nascita di Internet, bisogna dire che con il proliferare del “pezzotto”, ci sono stati dei danni economici non solo per il settore dell’entertainment ma anche per quello dello sport. Una situazione delicatissima, che ha richiesto l’intervento del Governo. Con una legge ad hoc, tutti i trasgressori verranno puniti con multe fino a 15mila euro. Inoltre con la reiterazione del reato si rischia anche il carcere.
Come se non bastasse, il Governo Italiano ha anche adoperato un sistema anti-pezzotto. Questo doveva essere destinato a risolvere i problemi delle IPTV ed invece ad oggi non ha portato ad alcun effetto. Il suo esordio era previsto per il match di campionato tra Juventus e Napoli, ma è stato poi rimandato al 2024. Adesso però è spuntata una nuova problematica per le autorità. Infatti sembra proprio che il sistema adoperato abbia degli effetti indesiderati, come bloccare dei siti che in realtà non sono illegali.
Il sistema anti-pezzotto fallisce, blocca i siti sbagliati: cosa sta succedendo
Il sistema anti-pezzotto, progettato per contrastare lo streaming pirata, sembra aver causato un altro guaio nel mondo digitale. Già in passato si erano manifestati problemi con questa piattaforma, che aveva oscurato siti innocenti, suscitando non poche preoccupazioni. Anche se in precedenza Aruba aveva chiarito che si trattava solo di un test e che nessun sito era stato effettivamente colpito, ora sembra che la situazione sia diversa. Il Piracy-Shield aveva come obiettivo quello di bloccare lo streaming illegale entro 30 minuti.
Ovviamente tutto ciò poteva avvenire solamente in seguito alla segnalazione degli indirizzi IP coinvolti. Ma questa situazione ha finito per causare alcuni disagi, colpendo alcuni indirizzi di una CDN. Questa azione non solo ha reso inaccessibili alcuni siti dedicati allo streaming pirata, ma ha anche oscurato siti web del tutto leciti e legittimi. Il sistema avrebbe preso di mira alcuni indirizzi segnalati per lo streaming di film pirata, colpendo una decina di IP appartenenti a Zenlayer, partner CDN di Cloudflare.
Questo blocco ha finito per impedire agli utenti di accedere a servizi legittimi distribuiti da Zenlayer, come il provider cloud cloud4c e la console di controllo della CDN stessa, creando disagi soprattutto in Italia ma non solo. Questi danni collaterali sono inaccettabili e mettono a rischio attività legittime. L’interrogativo che sorge spontaneo è capire cosa succederà se Privacy Shield continuerà a sbagliare, andando a bloccare i servizi essenziali per la maggior parte degli utenti. La palla quindi passa all’AGCOM che dovrà vincere la sfida.