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Meta, violazione della privacy: utenti chiedono maxi risarcimento, scopri come partecipare

Pesantissima tegola su Meta: il colosso Usa deve far fronte a una richiesta di risarcimento danni da far tremare le vene e i polsi e a una causa per violazione della privacy. 

Nuova rognosa gatta da pelare per Meta. Il colosso Usa sta affrontando una dura sfida legale e un’onerosa richiesta di risarcimento danni in Spagna. Il motivo? Oltre a non aver avuto una base legale valida per il trattamento dei dati personali relativi agli annunci, ai sensi delle norme sulla tutela della privacy dell’Unione Europea, la creatura di Mark Zuckerberg avrebbe anche violato le leggi sulla concorrenza. E ore le parti lese battono cassa.

L’accusa chiede più di 550 milioni di euro per quella che descrive come una “sistematica e massiccia non conformità” di Meta – TecnoZoom.it

Dietro la causa c’è l’AMI, un’associazione di proprietari di giornali di oltre 80 membri, tra cui editori di testate come El País, ABC e La Vanguardia. Le parti in causa chiedono più di 550 milioni di euro per quella che descrivono come una “sistematica e massiccia non conformità” di Meta al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE. Ecco tutti i dettagli della spinosa vicenda.

Tutte le accuse contro Meta

Secondo l’accusa, Meta avrebbe ripetutamente mancato di rispettare la legislazione Ue sulla protezione dei dati, ignorando il requisito normativo secondo cui i cittadini devono acconsentire all’uso dei loro dati per la profilazione pubblicitaria, come si evince dalle diverse risoluzioni delle autorità europee competenti in materia. E, ad aggravare la situazione, l’uso sistematico e massiccio dei dati personali degli utenti delle piattaforme Meta, tracciati senza il loro consenso durante la loro navigazione digitale, avrebbe consentito alla società americana di offrire la vendita di spazi pubblicitari sul mercato sulla base di un vantaggio competitivo ottenuto illegittimamente. In che misura? Sempre secondo l’accusa, il 100% delle entrate regionali di Meta è stato ottenuto illegalmente!

I ricorrenti non escludono la possibilità di estendere i tempi della loro causa per tenere conto di quella che definiscono “la persistenza di Meta nella sua inadempienza” – TecnoZoom.it

Vale la pena di ricordare che Meta, proprietaria di Facebook e di Instagram, è stata già colpita da una multa di 390 milioni di euro a gennaio, dopo che le autorità per la protezione dei dati dell’Ue hanno confermato che l’esecuzione di un contratto non era una base legale valida per tracciare e profilare gli utenti, indirizzandoli con gli annunci. Quella decisione finale del GDPR – frutto di anni di controversie, e ora in appello nei tribunali irlandesi – ha confermato che il gigante della tecnologia ha violato la legge sulla privacy. L’iniziativa AMI prende di mira l’elaborazione degli annunci di Meta nel periodo successivo all’entrata in vigore del GDPR, nel maggio 2018, e fino alla fine di luglio dello scorso anno. Tuttavia, i ricorrenti non escludono la possibilità di estendere i tempi della loro causa per tenere conto di quella che definiscono “la persistenza di Meta nella sua inadempienza”. Insomma, sembra proprio che questo sia solo l’inizio…

Enrico Del Sero

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