Un’interessante indagine sull’Intelligenza Artificiale porta a capire quante percentuali ci sono che possa arrivare a distruggere l’umanità. Leggiamo tutti i dati.
Diciamoci la verità. Finché rimane in questi ambiti e non sconfina in un qualcosa prerogativa del cervello umano, l’Intelligenza Artificiale è una figata pazzesca. Il discusso ChatGPT, osteggiato prima in Italia ma alla fine avallato. Bard di Google e Copilot di Microsoft, nel 2024 anche Apple uscirà con un bot tutto suo.
E che dire dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sugli smartphone. Ha iniziato Google con i Pexel 8 e 8 Pro, generando una reazione a catena clamorosa. Il 17 gennaio Samsung rivelerà al mondo intero la sua Intelligenza Artificiale, con un Unpacked attesissimo sui tre smartphone nati per miracol mostrare. A settembre, in molti ne sono sicuri, toccherà ad Apple.
Il problema dell’Intelligenza Artificiale, semmai, è il rischio, a quanto pare alto, che possa sconfinare nell’intelligenza umana, fino ad arrivare alla sua distruzione. Un interessante indagine tasta il posto delle persone offrendo una serie di dati che vanno ben oltre le parole dei potenti di quest’era: Bill Gates (secondo cui l’Ai inaugurerà una nuova era tecnologica paragonabile solo l’invenzione di internet) ed Elon Musk (un’AI che ci permetterà di non lavorare più e percepire uno stipendio fisso per una comoda sopravvivenza. Tant’è.
Intelligenza Artificiale, esiste un rischio non trascurabile che porta l’estinzione della razza umana
Secondo un report redatto da aiimpacts, grazie al contributo di 2.778 ricercatori, esiste un rischio non trascurabile che l’intelligenza artificiale provochi l’estinzione umana. Poco più della metà dei ricercatori sull’intelligenza artificiale intervistati, infatti, afferma che questo rischio può essere identificato in una probabilità del 5%, con annessi altri “risultati estremamente negativi”. Una percentuale che deve far riflettere, non tanto sul suo uso, ma sul suo abuso.
Non è infatti tutto così catastrofico, secondo il 68,3% degli intervistati i risultati positivi dell’intelligenza artificiale superano quelli negativi. Ma c’è tanta divisione su questo tema, caldissimo nel 2024: colpiscono disaccordo e incertezza tra i ricercatori, c’è chi vuole accelerare con il processo dell’AI e chi consiglia di frenare. Al massimo rallentare.
“È un segnale importante”. Parola dell’autrice Katja Grace del Machine Intelligence Research Institute, in California, sulle colonne di New Scientist: “Penso che questa convinzione generale in un rischio non minuscolo sia molto più significativa dell’esatta percentuale di rischio”. Presto comunque per fare previsioni: adesso è tutto bello, importante, una svolta opzionale. Non deve diventare un abuso e, soprattutto, si dovrà essere bravi nel confinare l’intelligenza Artificiale nei paletti ben fissi, oltre a quale c’è solo l’essere umana, con la sua intelligenza. Nettamente superiore, volendo.