Facebook e Instagram di nuovo al centro delle polemiche: cosa rischia il colosso e cosa possono fare tutti gli utenti di questi social.
Sembra passato un attimo dall’ultima volta che i social del gruppo Meta, Facebook e Instagram, si sono trovati al centro di una polemica che li ha visti contrapposti a una serie di organi di controllo. Ma la questione che è stata sollevata da una serie di organizzazioni, 19 in tutto, su una nuova pratica introdotta proprio sui social di Meta vale la pena di essere affrontata.
Perché i cambiamenti che si stanno verificando su Facebook e Instagram vanno, questa la tesi delle associazioni, contro tutta una serie di norme importanti in tutta Europa. L’accusa è anche in questo caso quella di pratica scorretta cui si aggiungerebbe, nel caso in cui ci fossero gli estremi, anche una infrazione alla legge sulla protezione dei dati personali degli utenti online.
Una nuova gatta da pelare per Meta, di nuovo contrapposta ai propri consumatori. Ma che cosa ha scatenato il BEUC e 19 delle associazioni che ne fanno parte?
Facebook e Instagram sono scorretti, Meta nel mirino
A te come a chiunque sarà capitato di recente di avviare l’app di Facebook o di aprire il sito e di trovarti che non puoi fare niente se non leggere quella che all’apparenza sembra una gigantesca pubblicità pop up che ti chiede di scegliere se vuoi abbonarti alla versione di Facebook senza pubblicità oppure continuare ad utilizzare i servizi gratuitamente ma con la pubblicità. Di servizi che mettono nelle condizioni di pagare per non avere le noie degli spot ce ne sono tanti ma il modo in cui Meta propone la scelta ai suoi utenti secondo il BEUC è scorretto.
Come si legge sul sito ufficiale della European Consumer Organization, “la scelta che il gigante del tech sta al momento fornendo ai consumatori è ingiusta ed illegale, i milioni di utenti europei di Facebook e di Instagram meritano molto di meglio“. Secondo il BEUC il problema del pop up che Meta fa apparire, una volta sola tra l’altro, agli utenti di Facebook e Instagram è sfaccettato. Da una parte il modo in cui l’offerta viene proposta, di passare all’abbonamento per non vedere gli spot pubblicitari, è stata tarata con un prezzo talmente tanto alto da risultare un deterrente per i consumatori che quindi sono in realtà costretti ad utilizzare la versione con gli spot e dall’altra c’è anche il problema legato alla presenza degli utenti stessi sui social: siamo tutti su Facebook e Instagram e decidere di smettere di utilizzare i social, a pagamento o gratis, significa nei fatti perdere una forma di contatto con le persone che si conoscono e di nuovo si genera quindi una situazione di non scelta.
C’è poi il problema delle informazioni incomplete e fuorvianti soprattutto nella parte in cui il decidere di non pagare l’abbonamento significa continuare ad utilizzare Facebook in maniera gratuita. Come ricordato sul sito ufficiale del BEUC, infatti, non c’è niente di gratuito in quello che Facebook fa. Per l’Italia partecipa Adconsum.