È vero che i robot sostituiranno gli essere umani? Sembra proprio che questo processo sia più veloce di quanto tu possa pensare. L’automazione è il futuro del mondo del lavoro, ecco spiegato il motivo.
Negli ultimi decenni, le macchine hanno preso il sopravvento nel mondo del lavoro, ma l’essere umano continua ad avere un ruolo principale. Eppure, se facessimo un giro di una fabbrica sviluppata, potremmo assistere ad intere lavorazioni effettuate automaticamente dalle macchine, che hanno sostituito la lavorazione manuale nel corso dei decenni. Non è un caso, infatti, se oggi si chiedono delle specializzazioni per un controllo manuale di determinati apparecchi che prima non esistevano nemmeno.
Oggi un operaio controlla il funzionamento regolare di una macchina che svolge il lavoro al posto suo e lo fa più rapidamente e in maniera più precisa. Una volta, quel lavoro veniva svolto da una persona in carne e ossa. Questo vuol dire che i robot prenderanno il sopravvento in futuro? Purtroppo, la risposta sembra essere proprio affermativa. Il futuro del mondo del lavoro va, sempre di più, verso l’automazione e molte figure umane potrebbero essere sostituite a breve, con la conseguente perdita del posto di lavoro.
Automazione del lavoro: ecco come i robot prenderanno il posto degli umani
Secondo alcune ricerche, negli Stati Uniti d’America, il 47% dei lavoratori rischia di essere sostituito da una macchina o da un algoritmo nei prossimi anni. Se ci soffermiamo soltanto al mondo del telemarketing (operatori telefonici) e delle assicurazioni, la probabilità di perdere il lavoro nei prossimi anni supera il 90%. Altissimi i rischi anche per i cassieri e per gli autisti di mezzi pubblici, soprattutto autobus e metropolitane.
Secondo uno studio dell’Università di Padova, molti lavoratori della Generazione Z non sono soddisfatti delle loro condizioni di lavoro e vorrebbero cambiarlo. Si lamentano delle paghe basse e dei turni infiniti. In pratica, sono schiavi e non lavoratori! Tutto questo potrebbe portare ad un processo di automazione di alcuni lavori nel giro di pochi anni, probabilmente un paio di decenni. Questo è un problema presente in tante nazioni europee, ma in Italia è più marcato e crea maggiori problematiche, sia per i giovani che per quelli che hanno iniziato a lavorare già da qualche anno.
I dati sottolineano quanto siano in aumento le dimissioni improvvise. Nel 2022, questo dato è arrivato al 19,5%, mentre nel 2018 era soltanto del 14%. Questo significa che molti lavoratori non riescono più a sopportare le pressioni alle quali vengono sottoposti e rinunciano al lavoro, anche in assenza di una valida alternativa. Il benessere mentale, soprattutto dopo l’arrivo della pandemia mondiale, sta diventando una priorità per milioni di persone, ma potrebbe costringere le grandi aziende e le multinazionali a spingere sempre di più verso l’automazione del lavoro.