Il Game Pass non sta rispettando le aspettative di Microsoft, i numeri non decollano. Il futuro del servizio è in dubbio? I possibili risvolti.
Da ormai qualche anno, anche nel settore dei videogiochi hanno preso il sopravvento i servizi in abbonamento. Che come un classico Netflix o Spotify, danno modo di versare una quota mensile o annuale per accedere ad un catalogo di videogiochi da poter scaricare o da giocare in streaming gratis.
E in questo senso, una menzione d’onore la merita il Game Pass di Microsoft. Uno dei progetti in cui più ha riposto fiducia l’azienda americana in questi anni. Ma di recente, è emerso un retroscena che getta nuove ombre sul suo futuro. Pare infatti che i numeri stentino a decollare, e addirittura c’è già chi grida al flop. Cosa potrebbe succedere? Un abbandono definitivo del Game Pass è realmente da escludere?
A lanciare la notizia bomba ci ha pensato l’esperto Mat Piscatella di Circassa, secondo cui ad oggi i servizi di abbonamento nel mondo dei videogiochi come PlayStation Plus e Game Pass non sono così apprezzati negli Stati Uniti. Tanto da rappresentare solo il 10% della spesa totale degli americani nei videogame.
Le speranze iniziali di aziende come Sony e Microsoft prevedevano una sorta di cannibalizzazione del mercato, con sempre più consumatori che avrebbero deciso di optare per un singolo canone mensile piuttosto che sull’acquisto singolo di nuovi titoli. Ma un quadro più preciso su quello che sta accadendo lo ha fornito lo stesso Piscatella, che ha spiegato come gli abbonamenti siano semplicemente diventati un’alternativa in più per editori e gamer, ma non la nuova realtà di riferimento.
Ma per quale motivo sta succedendo tutto questo? Le recenti analisi di mercato hanno dimostrato come la maggior parte degli utenti preferisca ancora oggi concentrarsi su pochi videogiochi piuttosto che su enormi cataloghi con centinaia di titoli. Ed è qui che spuntano i punti di domanda per quello che potrebbe essere il futuro di questo particolare settore.
Se da un lato c’è già chi grida alla chiusura definitiva, dall’altra c’è chi ipotizza possibili soluzioni per alimentare il fenomeno. Come per esempio un abbassamento dei costi per abbonarsi, oppure l’introduzione di titoli più recenti. C’è anche chi pensa che basterà attendere e vedere come si evolverà la vendita tradizionale. Se i prezzi per acquistare un singolo titolo cresceranno ancora, è inevitabile che sempre più utenti si muoveranno sugli abbonamenti.
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