Il tuo smartphone può fare tante cose compresa la censura di quello che dici. Se hai attivato la funzione dovrai imparare ad essere un po’ più educato.
Quante volte ti è capitato di provare a fare una ricerca vocale con Google e ti sei distratto mormorando qualche parolaccia? Se non ti è mai capitato sei tra quei pochissimi che mantengono sempre la calma e la concentrazione.
Ma se invece è successo di trovarti in un attimo di smarrimento e bofonchiare qualche parola poco carina, magari semplicemente rivolta a te stesso, potresti esserti accorto che il cellulare che ti stava ascoltando con molta attenzione perché aspettava da te dei comandi ha recepito tutto quello che hai detto ma ha trasformato alcune parti in una simpatica serie di asterischi.
Ti sarai facilmente reso conto che le parole sono comunque ancora individuabili ma tecnicamente non le hai trascritte. Perché Android si comporta come un vecchio bacchettone puritano del ‘600 e come riportarlo al tempo presente?
Tra le funzioni che sono adesso molto utilizzate all’interno degli smartphone a prescindere dal sistema operativo c’è quella della ricerca vocale e dell’utilizzo dell’assistente vocale. E uno degli sport preferiti, soprattutto nella fascia degli adolescenti e nella fascia di quelli che sono ancora adolescenti dentro, è tentare di far dire a Google o a Siri, ma anche ad Alexa ogni tanto, qualche parolaccia.
Di default nessuno degli assistenti vocali è autorizzato a proferire brutte parole e anzi, di solito, viene applicata una censura anche nel momento in cui tu le rivolgi a loro. In particolare puoi provare, se hai a disposizione un device che usa la tecnologia di Google, a fare una ricerca in cui ci sia una parolaccia e ti renderai conto che quella parolaccia viene mascherata da una serie di asterischi.
Nella vita di tutti i giorni sono pochi quelli che hanno effettivamente bisogno che le proprie parolacce vengano scritte a caratteri cubitali ma, immaginando che magari stai prendendo appunti perché lavori nel cinema, potrebbe invece essere assolutamente necessario che quelle parolacce vengano scritte in tutte le loro gloriose piccole lettere perché stai dettando qualcosa. Occorre quindi sapere come liberarsi del Google puritano.
Quello che devi fare è aprire le Impostazioni della dettatura vocale di Google e troverai un simpatico switch che ti informa che è attivo il blocco delle parolacce. Ti basta toccare lo switch per spegnere la funzione. Tornando a dettare all’assistente vocale o all’interno di qualunque app in cui tu possa inserire del testo attraverso il microfono, potrai adesso dire tutto quello che ti passa per la testa.
Dovrai però ovviamente prestare più attenzione, soprattutto se utilizzi la funzione speech to text nei messaggi che invii attraverso WhatsApp o magari via email. Sfogarti perché hai sbattuto il mignolino, un classico, mentre stai dettando potrebbe trasformare un messaggio ufficiale in un compendio da provetto scaricatore di porto.
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