Apple sfida la legge Europea, trovando un cavillo a suo favore: si aprirà alle app esterne ma la tassazione sarà da capogiro, ecco come farà.
In questi ultimi mesi il Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea aveva ristabilito le norme relative ai big della tecnologia per evitare che sottomettessero troppo la concorrenza. Apple tra i principali big nel mirino, ha dovuto sottostare alla novità per non perdere l’enorme distribuzione che copre tutta l’Europa. In questo senso quindi ha dovuto aprire il suo store di App, alla possibilità di aggiunta di store differenti dove gli sviluppatori possono proporre i loro prodotti, in modo da non circuire i clienti sugli unici prodotti passati dall’App store.
Ciò avviene già su Android ma per iOS non è stato mai possibile, motivo per cui molti clienti hanno bypassato l’utilizzo dell’iPhone, per avere un’ampia rosa di app con il sistema operativo concorrenziale. Con una mossa audace, Apple si è aperta al sideloading delle app sui dispositivi iOS. Tuttavia, questa apparente liberazione per gli sviluppatori ha un costo elevatissimo. Apple è riuscita a trovare il cavillo per giocarsi prezzi esorbitanti sulle commissioni che potrebbero spaventare anche i colossi del settore.
Invece di promuovere un ecosistema più aperto, l’azienda di Cupertino ha infatti elaborato una strategia che mantiene il controllo, pur sembrando conforme alle nuove normative. Apple rimane quindi comunque avvantaggiata ponendo delle sfide non indifferenti agli sviluppatori che dovranno pagare il 60% di commissioni. Mentre Google ha abbracciato negozi di app alternativi come F-Droid e Aurora, l’approccio di Apple è stato differente. L’azienda si è appoggiata a un modello “pay-to-play” che impone agli sviluppatori un prezzo esorbitante.
Per ogni app che supera il milione di download, viene infatti applicata una “Core Technology Fee” di 0,50 euro per download, trasformando il successo di un’app in una spesa infinita che svantaggia lo sviluppatore nella scelta dei clienti Apple. La scelta dell’azienda sembra quindi quella di continuare a detenere il monopolio del negozio di app.
Le aziende di sviluppatori app possono scegliere tra due opzioni, che rimangono entrambe poco allettanti: da una parte rimanere con la commissione standard del 30% all’interno del territorio Apple, oppure optare per il sideloading con la tassazione fino al 60%. Ovviamente questa manovra contraddice l’obiettivo della DMA di livellare il campo di gioco e di offrire alle aziende più piccole l’opportunità di prosperare, ma a quanto pare Apple ha avuto la possibilità di raggirare la legge, adesso resta da capire quale sarà il futuro per l’azienda considerando Commissione Europea esaminerà la conformità di Apple nel marzo 2024.
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