L’Intelligenza Artificiale mette in pericolo la sopravvivenza di tante professioni. Scopriamo quali si salveranno e vedranno aumentare le richieste.
Ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno cercato di individuare le professioni che non temono l’Intelligenza Artificiale.
Il mondo del lavoro sta già cambiando e nel prossimo futuro le novità diventeranno sempre più palesi. Un forte contributo verso la rivoluzione arriva dall’Intelligenza Artificiale e della tecnologie GPT – Generative Pre-trained Transformer – impiegate nel mercato del lavoro.
L’IA può già sostituire la forza lavoro tanto da mettere a rischio numerose professioni. A essere maggiormente a rischio i posti di lavoro ad alto reddito secondo la ricerca dell’Università della Pennsylvania. Resistono, invece, le professioni manuali e quelle che richiedono interventi rapidi che solo la capacità creativa di una persona può risolvere velocemente e con i mezzi a disposizione.
L’IA sostituirà gli uomini sul lavoro? Si spera che la risposta possa essere “no” soprattutto in ambiti in cui il contatto umano è molto importante ma occorre prestare attenzione alla direzione che si prenderà perché potrebbe portare effetti pericolosi.
Quali professioni non cederanno all’Intelligenza Artificiale
I lavori che l’IA non può compiere sono quelli creativi e in cui si richiede senso critico. Traduttori, compositori musicali, traduttori non potranno mai essere sostituiti da una fredda macchina senza anima. Allo stesso modo si possono considerare al sicuro i lavoro manuali.
Autisti, agricoltori, meccanici, tecnici, idraulici, elettricisti, macellai, chef, tuttofare, tagliapietre nessuna Intelligenza Artificiale potrà mai sostituirli. Rientrano nella lista delle professioni “salve” anche gli atleti e i concorrenti sportivi, i baristi e i carpentieri. A rischio, invece, sono gli ingegneri, i designer, gli esperi di blockchain, gli analisti finanziari, i matematici, i ragionieri, i revisori dei conti, gli autori di testi e i giornalisti (se si parla di ricerca delle fonti o di una ricerca bibliografica). E non possono dormire sonni tranquilli nemmeno gli assistenti amministrativi e legali nonché i data scientist.
L’unico modo per non farsi schiacciare dall’IA è accoglierla nel proprio mondo del lavoro capendo come le tecnologie GPT possono aiutare a rendere l’attività più efficiente dimezzando anche i tempi lavorativi. La stima è di una riduzione del tempo di lavoro del 50% con conseguente modifica dell’organizzazione della forza lavoro.
I primi licenziamenti in favore dell’Intelligenza Artificiale sono già iniziati in alcune grandi realtà ed è per questo che si richiede una Carta dei diritti a tutela dei lavoratori. Le aziende vogliono ridurre i costi e automatizzare i processi chiave ma le persone non vanno messe da parte.