Non è una novità che il crimine si trovi anche sul web ma ce n’è uno di cui si parla poco. Si tratta del cyber flashing.
Se si dovesse stimare quante persone abbiano ricevuto molestie almeno una volta nella vita probabilmente la risposta sarebbe tutti. Il fenomeno ormai è noto all’attenzione pubblica grazie anche alle associazioni che diffondono consapevolezza, ma quando l’azione si svolge online il discorso cambia. Non tutti conoscono infatti il reato di “cyber flashing”, ossia dell’invio di foto oscene senza che siano state richieste.
Nella maggior parte dei casi il colpevole è un uomo che invia a una ragazza le immagini dei propri genitali in primo piano senza che vi sia il consenso del ricevente. La cosa più grave è che queste foto non vengono inviate durante una conversazione in chat ma facendo uso del Bluetooth. Perché funzioni quindi è necessario che il molestatore si trovi molto vicino alla vittima, ad esempio seduto a fianco a lei sul treno.
Se chi compie cyber flashing possiede un iPhone invece utilizza AirDrop, un sistema simile al Bluetooth ma riservato ai dispositivi Apple. In entrambi i casi però chi è in prossimità e a sua volta ha acceso il Bluetooth o AirDrop si vedrà comparire sul display delle immagini oscene. Per di più ignaro di avere il mittente a meno di un metro.
Come mai il cyber flashing è considerato molestia
Secondo l’articolo 660 del Codice Penale chi in un luogo pubblico, anche per mezzo del telefono, reca a un’altra persona disturbo o molestia rischia l’arresto fino a sei mesi o una multa di 516 euro. Un’ulteriore precisazione aggiunge che l’azione è ritenuta reato anche qualora avvenga “per petulanza o per altro biasimevole motivo”. In nessun caso quindi si può dimenticare il fatto etichettandolo come un semplice scherzo.
Per difendersi l’azione più semplice è quella di evitare di lasciare attivi Bluetooth o sistema AirDrop quando ci si trova in posti come le stazioni, le piazze o a bordo di treni e autobus. In questo modo il proprio dispositivo non sarà raggiungibile e ci si potrà sentire più al sicuro. Quando si subisce il cyber flashing infatti non sapere da chi arrivino le immagini agita e disorienta le vittime.
Dato che chi molesta in questo modo invia le foto dei genitali senza sapere di chi siano i dispositivi attivi queste possono arrivare anche a ragazze o ragazzi minorenni. Anche se non si viene turbati troppo dalle immagini si deve comunque essere consapevoli che chiunque sia il mittente è proprio lì accanto.