Grazie al comodato d’uso si può beneficiare della riduzione al 50% sul pagamento dell’IMU. Scopriamo quali contribuenti possono richiederlo.
Tutti i proprietari di immobili che hanno figli dovrebbero conoscere le agevolazioni derivanti dal comodato d’uso gratuito.
Tale istituto, introdotto dalla Legge di Bilancio 2020, permette a coloro che concedono un immobile a parenti in linea retta di primo grado (cioè genitori e figli) di usufruire dello sconto IMU al 50%.
È necessario, però, che l’abitazione non rientri tra le categoria degli immobili di lusso, ossia A1, A8 e A9. Ma quali sono le altre condizioni per poter accedere alla riduzione parziale dell’Imposta Municipale Unica? Analizziamo, nel dettaglio, la normativa di riferimento.
Se un immobile non di lusso viene concesso in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado consente lo sconto IMU al 50%.
È, tuttavia, necessario che la casa oggetto del contratto di comodato venga utilizzata come abitazione principale dal comodatario (ossia il soggetto che lo riceve) e che il contratto sia regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Nell’ipotesi di contratto scritto (preferibile, per avere una prova dell’atto), la registrazione deve essere effettuata entro 20 giorni.
La Legge di Bilancio 2020 prevede delle specifiche condizioni anche per il comodante, cioè il proprietario dell’immobile oggetto del comodato d’uso gratuito. Nel dettaglio, per pagare l’IMU in misura ridotta, deve avere un solo immobile di proprietà in Italia (oltre all’abitazione principale) e deve avere fissato la dimora abituale e la residenza nello stesso Comune in cui si trova l’edificio concesso in comodato d’uso.
Se vengono soddisfatti tutti i presupposti descritti, si può usufruire del beneficio. Ma chi è obbligato al pagamento? Per la legge si tratta di un adempimento che spetta al proprietario dell’immobile (ossia il comodante), perché, avendo la residenza altrove, la casa concessa in comodato risulterà, per il Fisco, come seconda casa.
Il Decreto Crescita, inoltre, ha abolito l’obbligo di presentazione della Dichiarazione IMU ai fini del riconoscimento dello sconto. Chi ricorre al comodato d’uso gratuito, dunque, è sollevato da tale incombenza.
La ragione di questa modifica risiede nella circostanza che il Comune sa già se si può beneficiare della riduzione dell’imposta, perché il contratto di comodato d’uso deve essere registrato. Di conseguenza, sia l’Ente comunale sia l’Agenzia delle Entrate sono preventivamente informati circa il possesso o meno dei requisiti per l’agevolazione.
I contribuenti devono, infine, presentare la Dichiarazione IMU soltanto se ci sono state delle variazioni rispetto alle condizioni risultanti dalle Dichiarazioni già presentate oppure se ci sono delle modifiche che il Comune non può preventivamente conoscere.
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