Dopo anni dalla sua scomparsa, sembrerebbe che il noto fisico Albert Einstein abbia ancora ragione: i nuovi esperimenti sull’antimateria lo confermano.
L’antimateria è un concetto che in fisica esprime la materia costituita da particelle come carica elettrica e numeri quantici di segno opposto. Sembrerebbe che un recente esperimento condotto proprio sull’antimateria confermerebbe le teorie gravitazionali ipotizzate da Albert Einstein molti anni fa.
L’antimateria è sempre stata uno dei concetti scientifici più affascinanti, con i misteri che circondano il suo comportamento. Gli scienziati e i fisici di tutto il mondo sono sempre stati curiosi di sapere come l’antimateria si comporta quando viene sottoposta alla gravità. Uno studio recente condotto presso il centro CERN ha determinato che l’antimateria si comporta esattamente come la materia ordinaria e cade verso il basso a causa della gravità.
L’esperimento sull’antimateria conferma le teorie di Einstein
L’antimateria è fondamentalmente l’opposto della materia ordinaria. L’antimateria è composta da antiparticelle, che hanno una massa identica alle particelle normali, ma le cariche elettriche delle loro antiparticelle sono invertite. Quando si verificano collisioni di antimateria, entrambe le particelle sono stimolate e la loro massa si combina per creare energia pura.
L’antimateria non esiste naturalmente nell’universo conosciuto, tuttavia gli scienziati ritengono che ci fosse un’abbondanza di antimateria circa 10 miliardi di secondi dopo il Big Bang. Durante i primi frazioni di secondo in cui la temperatura era incredibilmente elevata e preziosa, energia e massa erano praticamente intercambiabili e nuove particelle e antiparticelle si formavano contemporaneamente e spesso si annichilavano a vicenda, cancellando infine tutta l’antimateria nell’universo.
Il CERN è uno dei pochi luoghi in cui gli scienziati possono produrre particelle di antiprotone a bassa energia. Lo fanno racchiudendo due plasmi composti da particelle molto fredde. Uno utilizza positroni, mentre l’altro utilizza antiprotoni, che sono confinati all’interno di una trappola elettromagnetica. L’antidrogeno è elettricamente neutro e quindi ideale per testare se cade a causa della gravità come qualsiasi altra materia. Tuttavia, creare e trattenere particelle di antihydrogen è una grande sfida.
L’esperimento ALPHA ha tentato una precedente misura gravitazionale dell’antidrogeno nel 2013, ma i risultati erano imprecisi. Gli scienziati hanno quindi provato un nuovo approccio e costruito un nuovo apparato sperimentale, una grande camera cilindrica a vuoto con una trappola magnetica, in cui gli scienziati potevano variare l’intensità del campo magnetico.
Ridurre gradualmente l’intensità del campo magnetico ha aiutato a determinare il comportamento degli atomi di antihydrogen che sfuggono alla trappola in cui si spostano verso l’alto (antigravità) o cadono verso il basso. In questo modo, gli scienziati hanno confermato che l’antidrogeno si comporta come gli atomi di idrogeno normali in condizioni simili, e Einstein aveva di nuovo ragione.
Il prossimo passo dell’esperimento è determinare la velocità alla quale le particelle di antimateria cadono, e gli scienziati scommettono che sarà la stessa velocità alla quale la materia cade. Se non lo fosse, ciò aprirà un nuovo capitolo interamente nella fisica e sarà una scoperta rivoluzionaria.