Dopo essere stata una delle prime emoji a comparire sul web, il pollice in su si ritrova al centro di uno scontro generazionale.
Le emoji sono una vera e propria forma di espressione, al pari di molti altri codici e lingue. Come tali, il significato dei suoi elementi può cambiare con il tempo, parallelamente alle rivoluzioni che avvengono nella popolazione che le utilizza. Un esempio recente è il caso dell’emoji del pollice alzato, che per anni è stata utilizzata da tutti senza problemi ma che adesso è al centro di un acceso dibattito tra diverse generazioni di lavoratori.
Come spesso accade, a dare il via alla polemica sono stati gli appartenenti alla cosiddetta Generazione Z. Queste persone, nate tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2010, hanno sviluppato una sensibilità molto diversa su alcune tematiche rispetto a chi li ha preceduti. In particolare, sono fortemente convinti dell’importanza di un ambiente di lavoro sano e sostenibile e non sono disposti a scendere a compromessi con datori di lavoro che creano dinamiche tossiche in ufficio. Ebbene, l’emoji del pollice alzato si è ritrovato al centro di questo dibattito.
Una nuova sensibilità cambia anche il modo di interpretare le emoji
Millennials fate attenzione: potreste offendere i vostri colleghi della Generazione Z usando l’emoji del pollice in su nelle conversazioni di lavoro. Molte persone, soprattutto tra i più giovani, sostengono infatti che questo simbolo, uno dei primi a diventare popolare tra le emoji, sia in realtà un’espressione passivo-aggressiva e spesso vagamente polemica.
Il discorso è emerso dopo che i risultati di un sondaggio inglese condotto su 2.000 giovani tra i 16 e i 29 anni ha evidenziato la questione: la maggior parte dei giovani lavoratori concorda sul fatto che l’utilizzo dell’emoji del pollice in su sia “vecchio e superato“.
La consulente aziendale Sue Ellson ha spiegato al Daily Mail britannico le ragioni di questo dibattito. Commentando il motivo per cui i colleghi della Gen-Z si offendono per l’emoji del pollice in su, Sue afferma che usare il pollice in su senza aggiungere altre parole o contesto confonde chi la riceve come risposta: “È una risposta che non fornisce chiarezza sui passaggi successivi. Chi lo scrive potrebbe voler dire “sì, lo farò”, oppure “ok, sono d’accordo”, oppure è solo una conferma di ricezione dell’informazione. In ogni caso, il messaggio che passa è che l’altra persona non ha reputato necessario dedicare tempo a quello che le abbiamo detto“.
Il sondaggio ha rivelato altre emoji considerate un tabù per gli appartenenti alla Generazione Z, tra cui il cuore rosso, la mano che dice “Ok”, l’emoji della cacca e la scimmia che si copre gli occhi.