Ci sono lavori particolarmente usuranti sotto il profilo fisico. Ma non meno preoccupante è l’usura mentale, che può portare a una vera e propria demenza.
È innegabile che vi siano lavori maggiormente usuranti rispetto ad altri. E non parliamo solo di usura di tipo fisico. Vi sono lavori, infatti, che incidono pesantemente sulla nostra salute mentale. Ecco quelli che espongono a un maggiore rischio di demenza. Lo studio è davvero preoccupante.
I lavori manuali possono sicuramente fiaccare il nostro corpo. Ore e ore sotto il sole, a scaricare merci, sicuramente hanno degli effetti sulle nostre articolazioni, sui nostri muscoli. Possono averlo, evidentemente, anche sulla nostra pelle cotta dai raggi UV. Pensiamo, per esempio, ai muratori nei cantieri. E che dire dei lavori del passato, quali, per esempio, i minatori, colpiti in maniera indiscriminata da mali ai polmoni.
È interessante notare che gli studi scientifici non danno grande importanza all’attività nel tempo libero. Avere tempo libero non diminuirebbe il rischio di demenza, se si fanno dei lavori particolarmente usuranti. In altre parole, gli studi non hanno del tutto confermato il mantra “corpo sano, salute mentale”.
L’elenco dei lavori usuranti sotto il profilo fisico potrebbe essere lunghissima anche oggi nel 2023. I lavori impegnativi sono stati definiti come quelli che richiedono un uso considerevole delle braccia e delle gambe e il movimento di tutto il corpo, come arrampicarsi, sollevare pesi, stare in equilibrio, camminare, chinarsi e maneggiare materiali.
Ma non esiste solo l’usura fisica. Esiste, eccome, anche la fatica mentale ed esistono, purtroppo, lavori che possono colpire duramente le nostre capacità cognitive, che possono intorpidire la mente, fino a causare una vera e propria demenza. Ecco quali sono.
Ci sono lavori, dunque, che comportano maggiori probabilità di contrarre la demenza. Non lo diciamo noi, ma è ciò che emerge secondo uno studio dettagliato sulla rivista scientifica The Lancet da parte della Columbia Public Health, in collaborazione con il Centro nazionale norvegese per l’invecchiamento e la salute e il Butler Columbia Aging Center.
La ricerca sostiene che lavori come quelli dei venditori – vendita al dettaglio e altro – assistenti infermieristici, agricoltori e allevatori di bestiame possa aumentare il rischio di demenza. I ricercatori sono arrivati a questa conclusione spaventosa esaminando le traiettorie dell’attività fisica professionale tra i 33 e i 65 anni con rischio di demenza e deterioramento cognitivo lieve a partire dai 70 anni.
Hanno analizzato in modo specifico i dati di 7.005 partecipanti e sono arrivati alla conclusione che lavorare costantemente in un’occupazione con attività fisica professionale intermedia o elevata è stato collegato a un aumento del rischio di deterioramento cognitivo, indicando l’importanza di sviluppare strategie per gli individui in occupazioni fisicamente impegnative per prevenire il deterioramento cognitivo.
I ricercatori hanno rivelato che le persone che svolgevano lavori fisicamente impegnativi avevano circa il 15,5% in più di probabilità di sviluppare qualche tipo di demenza. Tra le ragioni, gli scienziati individuano il caos che queste attività comportano sulla mente. Gli incarichi infermieristici e di vendita sono infatti spesso caratterizzati da mancanza di autonomia, permanenza in piedi prolungata, duro lavoro, orari di lavoro rigidi, stress, un rischio più elevato di burnout e talvolta giorni lavorativi scomodi.
Dall’altro lato dello spettro lavorativo, i ricercatori hanno ipotizzato che i lavori meno impegnativi dal punto di vista fisico riducano la probabilità di degenerazione cognitiva consentendo più pause e quindi più tempi di recupero. Uno studio del 2016 ha rilevato che i seguenti lavori aiutano a preservare una sana funzione cerebrale. Manager, insegnante, avvocato, assistente sociale, ingegnere, fisico, medico, dentista e farmacista.
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