In un momento economicamente difficile a causa dell’inflazione c’è una buona notizia per gli stipendi di una preziosa categoria di lavoratori
Poter beneficiare di aumenti di stipendio, in un periodo economicamente complesso come quello che stiamo attraversando, è tutt’altro che scontato. Anzi, sono tante le buste paga che non hanno fatto registrare aumenti tali da andare a compensare l’inflazione galoppante che, nel corso del 2023, ha letteralmente eroso il potere di acquisto di milioni di italiani.
Alcune misure come il taglio del cuneo fiscale da un lato e l’indicizzazione su base Istat dall’altro, hanno cercato di mettere un freno all’insostenibilità economica legata al caro vita. Ma il mancato rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro di varie categorie non ha portato a veri e propri aumenti di stipendi.
Vi sono però anche situazioni positive che rappresentano una boccata d’ossigeno e che, nel caso che andiamo ad analizzare, riguardano una categoria preziosa ed il cui lavoro è estremamente importante per l’intera collettività. Bisogna però fare chiarezza perché l’adeguamento del trattamento economico si muove tra incertezze e dubbi che è bene dipanare.
Lavoro e buste paga: aumenti fino a 334 euro al mese ma non per tutti. Cosa cambia
La categoria in questione è quella del personale non contrattualizzato del settore militare e delle forze di Polizia. Come previsto dall’articolo 24 della legge 448/1998, anche nel loro caso è previsto il cosiddetto adeguamento Istat, un adeguamento degli stipendi sulla scia dell’andamento dell’inflazione.
Esso viene a concretizzarsi mediante l’emanazione, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un decreto ad hoc che permette il versamento della extra somma comprensiva di eventuali arretrati dal 1° gennaio dell’anno di riferimento. Pertanto anche nel caso di ritardi nell’erogazione, l’importo sarà sempre comprensivo delle somme relative ai mesi precedentemente non coperti dall’adeguamento.
L’adeguamento retributivo previsto dal Mef per il 2023 è pari allo 0,98% e riguarda l’intero personale non contrattualizzato, dal grado di Maggiore fino al Generale di Corpo d’Armata. Si tratta di un incremento di per sé molto limitato, che varia tra i 30 ed i 50 euro. Ben diverso rispetto ad altri aumenti, legati al contratto 2019/2021 dei vertici dei ministeri nonché delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici.
In questo caso, come certificato di recente dalla Corte dei Conti, gli aumenti potrebbero toccare i 334 euro al mese, con arretrati medi da erogare per importi di 10.500 euro. Una disparità piuttosto evidente, dunque, tra gli importanti aumenti di alcuni settori e gli incrementi più limitati di altri.