È curioso vedere come il primo curriculum di Steve Jobs si tutto quello che i consulenti del lavoro di oggi sconsigliano di fare.
Chiunque si sia mai messo alla ricerca di un lavoro è consapevole di quanto sia importante il curriculum. Soprattutto negli ultimi anni, i giovani lavoratori sono stati bombardati di notizie e consigli su come preparare al meglio il proprio curriculum, modificarlo e renderlo perfetto per ogni candidatura.
E quando si viene rifiutati dopo un colloquio spesso ci si chiede quale sia stato il problema, quale punto del curriculum non ha convinto l’azienda. Deve essersi fatto la stessa domanda anche Steve Jobs che, a giudicare dal suo primo curriculum, decisamente non aveva ricevuto consigli su come prepararlo. Eppure, sappiamo tutti come è proseguita la sua storia: ha creato una delle aziende più potenti del pianeta.
Steve Jobs e il curriculum che nessuno oggi vorrebbe mai avere
Nel 1972, Jobs si iscrisse al Reed College, Oregon. Jobs non durò molto lì e decise di abbandonare dopo solo un semestre. Tuttavia, rimase nel campus per circa altri 18 mesi, lavorando come tecnico e frequentando le lezioni che gli interessavano.
Riguardo al motivo per cui ha abbandonato, Jobs avrebbe poi spiegato: “Dopo sei mesi, non vedevo il valore in esso. Non avevo idea di cosa volessi fare della mia vita e non avevo idea di come l’università avrebbe potuto aiutarmi a capirlo. E stavo spendendo tutti i soldi che i miei genitori avevano risparmiato nella loro vita. Così ho deciso di abbandonare e confidare che tutto sarebbe andato bene“.
Risale proprio a quegli anni il primo curriculum di Steve Jobs, che decisamente non sembra quello di una giovane promessa dell’imprenditoria. Non si conosce quale fosse la posizione lavorativa per cui lo creò, ma ci sono diversi dettagli che lo rendono il modello perfetto del curriculum che nessuno dovrebbe preparare.
Gli errori del compianto imprenditore iniziano già dall’intestazione. Jobs commise degli errori di ortografia sia nello scrivere il nome del college che aveva frequentato, sia nello scrivere il proprio cognome. Non indicò neanche un numero di telefono, una decisione che appare assurda oggi e ancora di più a quell’epoca, in cui i telefoni erano tra i pochi mezzi di contatto.
La parte più interessante arriva però nella sezione “passate esperienze lavorative”. Oggi, milioni di giovani lavoratori trovano espedienti di qualsiasi tipo pure di inserire qualcosa in quella sezione, considerata fondamentale per avere qualche chance in un mondo del lavoro che cerca sempre “gente con esperienza”. Steve Jobs, invece, decise di lasciare la sezione delle esperienze pregresse totalmente vuota.
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In un’altra sezione molto importante, quella degli interessi personali, Jobs dichiarò invece il suo fascino verso l’azienda di computer HP, sigla che sta per “Hewlett Packard”. Il giovane Jobs riuscì a sbagliare anche in questo caso, scrivendo “Hewitt Packard”.
Paragonare il mondo del lavoro dell’epoca con quello di oggi, chiaramente, non ha molto senso. In quel periodo, un giovane senza esperienza e senza laurea aveva molte più opportunità di quelle che avrebbe oggi. In ogni caso, però, il curriculum di Steve Jobs è l’ennesima testimonianza del fatto che i fallimenti non dovrebbero fermarci, ma spingerci a fare di meglio.