L’assegno di mantenimento non dura a vita, in presenza di cambiamenti della situazione patrimoniale, si può chiedere la revisione.
L’assegno viene versato dall’ex coniuge nei confronti dell’altro in presenza di una separazione personale, in seguito al divorzio verrà sostituito. Questo è dovuto se vi è disparita economica tra i due ex coniugi e se uno dei due ha un reddito tale da non potersi assicurare una autosufficienza economica.
Nella quantificazione dell’assegno il giudice dovrà tenere conto dei redditi, delle rispettive capacità professionali rapportate alle concrete possibilità del luogo in base all’età nonché delle condizioni di salute.
Se però in seguito alla pronuncia tali condizioni cambiano è possibile chiedere quantomeno una riduzione, riduzione che deve essere stabilita da un giudice in seguito ad un ricorso per la revisione delle condizioni di separazione o divorzio, non si può quindi unilateralmente decidere di revocare l’assegno. Spetterà a un giudice stabilire se vi sono stati cambiamenti nella situazione patrimoniale di uno dei due coniugi (o di entrambi) tali da provocare una rideterminazione o la revoca dell’assegno.
I cambiamenti in questione possono riguardare o un miglioramento della situazione economica di chi percepiva l’assegno o un peggioramento di chi versava.
In quali casi decade l’assegno di mantenimento?
In riferimento alla situazione peggiorativa, i cambiamenti tali da provocare una riduzione o la decadenza dell’assegno possono essere varie. Tra queste troviamo un licenziamento, cassa integrazione, riduzione dell’orario lavorativo per scelta dell’azienda, inabilità o incapacità sopravvenute, una malattia che comporta un aumento di spese, pensione, formazione di una nuova famiglia con nascita di figli.
Invece per quanto riguarda l’accadimento migliorativo della situazione patrimoniale dell’ex coniuge può consistere in: una nuova assunzione o un aumento dell’orario di lavoro, una promozione, la formazione di una nuova famiglia.
Inoltre, l’ex coniuge perde il diritto a percepire l’assegno di mantenimento se inizia una nuova convivenza, per convivenza però si intende una convivenza di fatto, cioè stabile e basata sulla solidarietà e la cooperazione familiare. non basta quindi iniziare una nuova relazione per perdere il diritto al mantenimento.
Infatti, è quanto chiarito anche dalla Corte di cassazione in una recentissima pronuncia, che per revocare l’assegno di mantenimento è necessario dimostrare che l’ex coniuge abbia intrapreso una convivenza stabile e profonda con il nuovo partner. Per convivenza stabile e profonda, si intende la convivenza basata su un comune progetto di vita insieme che comprende l’assistenza morale e materiale.