Abbassare il volume della radio quando si parcheggia: c’è un motivo preciso e un effetto reale

È difficile non trovare un automobilista che non abbassa il volume della radio mentre sta parcheggiando, ecco perché lo facciamo.

Ognuno di noi può avere uno stile di guida, non è detto però che resti sempre lo stesso, a volte può cambiare a seconda del momento e dell’umore, in altri casi a seconda del tipo di strada che si sta affrontando. Non c’è un modo migliore di un altro, a condizione ovviamente di rispettare il Codice della Strada ogni volta che ci si mette al volante. C’è però un’abitudine che hanno praticamente tutti, talmente consolidata da non farci quasi caso, ovvero la tendenza ad abbassare il volume della radio quando si sta parcheggiando.

perché si abbassa la radio quando si parcheggia
C’è un momento preciso in cui si abbassa la radio della macchina – Foto

Questo modo di agire è stato spesso al centro di battute tra amici, anche se in realtà è quasi impossibile che chi decide di scherzare su questo non faccia altrettanto. Anzi, dietro questo c’è una motivazione ben precisa come hanno avuto modo di spiegare anche diversi studiosi, nonostante forse pochissimi ne siano a conoscenza.

Perché si abbassa il volume della radio quando si parcheggia?

La tendenza ad abbassare il volume della radio della macchina quando si parcheggia ha spinto a capire se ci sia una motivazione dietro questo comportamento. Ed effettivamente c’è. Apparentemente sembrerebbero essere due azioni che non hanno niente in comune tra loro, la musica si ascolta con le orecchie, mentre servono gli occhi per mettere correttamente l’auto in sosta, niente è comunque casuale.

Tutto è da ricondurre al funzionamento del nostro cervello, che ha risorse ridotte a livello di attenzione, fare due cose contemporaneamente sarebbe quindi impossibile. Almeno se si desidera farlo con il massimo della precisione. È per questo che le canzoni o le notizie che si stanno ascoltando risultano essere meno importanti rispetto al parcheggio, che a volte può rivelarsi complesso.

concentrato alla guida
È bene essere concentrati quando si parcheggia – Foto | Tecnozoom.it

Questa teoria è stata poi confermata da uno studio effettuato a fine anni ’50 dallo psicologo Donald Broadbent. Le sue ricerche lo avevano portato a verificare come l’attenzione agisca come un filtro. È per questo che le informazioni che provengono dai nostri sensi vengono trattenute nella mente per un periodo breve, la loro comprensione è davvero limitata. A quel punto è proprio l’attenzione ad agire e a decidere all’istante su cosa debba concentrarsi e cosa invece possa essere affrontato successivamente.

Successivamente lo psicologo Neville Moray aveva deciso di concentrare i suoi studi su questo, arrivando a una scoperta che allora era risultata sorprendente. Se si ascoltano due conversazioni in genere si decide quale sia più importante e ci si concentra su quella.  Allo stesso tempo, però si riesce a percepire il proprio nome se dovesse essere pronunciato dagli altri interlocutori. La nostra attenzione è in grado quindi comunque di identificare alcune informazioni e capire se siano degne di nota. Non sono mancati anni ’90 altri lavori sul tema, a opera delle psicologhe Anne-Marie Bonnel ed Ervin Hafter, che sono riuscite a fare un altro passo in avanti.  L’attenzione oscilla in continuazione tra vista e udito, ed è a questo che si può collegare quello che facciamo al volante durante il parcheggio. Chi è concentrato sulla musica vede davanti a sé ma con unn campo visivo minore, per questo viene spontaneo abbassare la radio.

Si può così arrivare a una conclusione importante, anche se pochi la mettono in pratica. Sarebbe ideale guidare senza ascoltare musica né notizie, questo riduce la possibilità di andare incontro a incidenti, anche i riflessi sono infatti migliori.

 

 

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