Telegram deve fare i conti con risposte legali: il CEO Pavel Durov ha annunciato grandi cambiamenti all’interno dell’app.
Continua la pressione per Durov, noto CEO di Telegram. Pavel, da tempo accusato di favorire attività illecite mediante il suo strumento che oggi conta 900 milioni di utenti attivi mensili e un capitale (secondo Forbes) di 15,5 miliardi, ha subito lo scorso mese un arresto.
Le autorità francesi hanno infatti placato l’imprenditore di trentanovenne mentre stava rientrando dall’Azerbaijan. Una situazione, questa, complessa da ogni punto di vista, che si aggiunge alle meno recenti pressioni del Governo a Durov per dare accesso ad informazioni all’interno di Telegram. Una pressione a cui lui non ha mai voluto cedere, almeno fino a qualche tempo fa.
Come noto, la piattaforma favorirebbe il totale anonimato come ‘vision’ principale, ma d’altro canto si rivelerebbe un’arma potentissima per crimini di ogni genere che comunicano con essa senza nessun timore di essere intercettati. Telegram è stata più volte criticata per la presenza di contenuti estremisti, fake news e canali dedicati a teorie del complotto. Tuttavia, dopo diverse pressioni, pare che il noto CEO sia stato obbligato ad apportare alcune modifiche che a breve stravolgeranno la piattaforma.
Da sempre la privacy prima di tutto: Telegram, tanto amata quanto odiata, è sempre stata considerta il ‘Dark Web’ delle piattaforme; quella che nessuno poteva intercettare, autorità e cybercycurity comprese. Ora però, tutto sta per cambiare. Pavel Durov, da sempre paladino dell’anonimato digitale, ha annunciato che Telegram comincerà a cedere alle pressioni legali, condividendo gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti in risposta a specifiche richieste da parte delle autorità.
Un vero e proprio cambio di rotta per l’app che, fino a questo momento, aveva resistito strenuamente a ogni forma di collaborazione con i governi. Il tutto, guadagnandosi la fama di baluardo della privacy e rifugio sicuro per chi cercava di sfuggire ai radar ufficiali.
Oltre a questa concessione, la piattaforma introdurrà nuove misure di moderazione dei contenuti, combinando intelligenza artificiale e controllo umano per rimuovere materiale ‘problematico’. Questi cambiamenti potrebbero avere un impatto notevole, soprattutto su quegli utenti che sfruttavano Telegram per attività illecite.
Nonostante queste novità, Durov assicura che Telegram continuerà a proteggere la privacy con funzioni come la crittografia end-to-end e i messaggi autodistruttivi. L’azienda insiste che non ha mai divulgato i messaggi degli utenti a terze parti, ma ora dovrà trovare un nuovo equilibrio tra sicurezza e libertà.
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